Tina Anselmi

Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 – Castelfranco Veneto, 1 novembre 2016

Tina Anselmi

Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 – Castelfranco Veneto, 1 novembre 2016

Biografia

Fu partigiana, insegnante e politica, prima donna ad aver ricoperto la carica di Ministro. Nata in una famiglia benestante, era la prima di quattro figli e ricevette una prima educazione casalinga grazie all’influenza della nonna. Quando la famiglia visse il declino economico, anche Tina fu costretta ad emigrare in Piemonte dal quale poi ripartì per completare gli studi all’istituto magistrale presso Bassano del Grappa. In questo periodo – mentre la giovane donna si era iscritta alla Gioventù Femminile di Azione Cattolica – visse gli anni turbolenti e sanguinari della seconda guerra mondiale. Fu in occasione dell’uccisione di 31 (o 44) prigionieri da parte delle truppe tedesche che Tina scelse di aderire alla Resistenza, attivandosi come staffetta della brigata Cesare Battisti. La sua abilità, astuzia e pragmatismo la portarono non solo a conquistare la fiducia dei compagni, ma anche a presenziare, alla fine della guerra, alle trattative con i tedeschi per evitare ritorsioni. Nel 1944 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e, nel dopoguerra, dopo aver conseguito la laurea in Lettere per divenire insegnante, divenne un’attivista sindacale. Fu parlamentare dal 1968 al 1992, poi per tre volte sottosegretaria al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ed infine – prima donna in Italia – a capo del Dicastero stesso nel terzo Governo Andreotti. Qualche anno dopo, fu rinominata Ministro della Sanità e durante il rapimento di Aldo Moro fu incaricata di mantenere i contatti tra DC e la famiglia dell’esponente. In questo lungo periodo di impegno politico, civile e sociale – che proseguì anche con l’attività di Presidente della Commissione di Inchiesta sulla P2 – Tina Anselmi si dedicò ai problemi delle donne, promuovendo la legge sulle pari opportunità, sull’uguaglianza salariale e sulla cessazione delle discriminazioni. La sua figura fu talmente rivoluzionaria da essere presa in considerazione per la nomina a Presidente della Repubblica.

Personalità

Decisa a coriacea, Tina Anselmi è una delle protagoniste politiche del Novecento italiano: in un contesto spiccatamente maschile, infatti, riuscì a scalare i vertici dello Stato, dimostrandosi esempio di rigore e di moralità. Definita da molti la “madre della Repubblica”, è oggi ricordata per il suo impegno civile e per la sua dedizione al bene comune. La sorella, dopo la sua morte, ne sottolineò la forza e l’essenzialità: “Non parlava mai della morte del fratello, non parlava mai della morte del fidanzato, l’unico che ha avuto, che è morto giovane”. Una donna forte, frugale, ironica e appassionata, che ha solcato la storia d’Italia come un veliero che affronta il mare aperto. Apportò un contributo fondamentale alla ricostruzione dell’Italia postbellica, incentivando un’evoluzione generazionale che finalmente avrebbe portato le donne all’emancipazione e all’interesse per gli affari pubblici. Più che una donna, Tina fu un manifesto all’orgoglio femminile.